Non sono mai stata brava a disegnare, ma sento il bisogno di colorare i miei piatti come se avessi davanti una tela. La primavera è sbocciata e per il secondo anno consecutivo non posso seguirne gli sviluppi in giardino, così cerco di immaginare profumi e luce del sole sulla mia tavola.
ll carpaccio di manzo con maionese vegana, verdure fresche e pepe di Sichuan è un secondo veloce e coreografico, di quelli che si preparano in un attimo e appagano vista e stomaco dei commensali.
Una delle cose di cui abbiamo più sentito la mancanza durante l’isolamento è stata il nostro giardino. Osservare la natura ci avrebbe forse aiutato a trovare una nota positiva nel silenzio dell’isolamento e a dedicarci alla cura di qualcosa di vivo, mentre fuori dai suoi confini si consumavano dolori e separazioni. Invece abbiamo abbandonato fiori e piante al loro destino più di due mesi fa, domenica 8 marzo.
La primavera è arrivata da un pezzo, noi abbiamo imparato a diventare professori supertecnologici per i quali le piattaforme non hanno più segreti, i nostri alunni sono cresciuti. Ci siamo persi la fioritura dei tulipani e quella della magnolia, troppi film al cinema e una quantità di vita che nessuno più ci ridarà indietro.
Nel frattempo, si resiste e si prova a credere di nuovo nel domani. Le margherite salate con farina di lenticchie rosse sono ancora una volta il frutto di un esperimento, sempre sulla strada del senza glutine, perché guai a cedere allo sconforto, almeno in cucina deve splendere un raggio di sole!
Devo ringraziare Sara del blog “Ortaggi che passione” perché la sua base per la torta salata è favolosa e in fondo ho solo trasformato e fatto sbocciare la ricetta
In questi sei mesi di dieta ho dovuto reinventarmi per la seconda volta un regime alimentare che rispettasse le intolleranze alimentari al lattosio e al glutine. Se faccio i conti, sono alla terza vita alimentare (ma speriamo di non doverne avere 7 come i gatti): onnivora, poi senza lattosio, infine senza glutine. Tralascio il mal di pancia e i dolori che hanno costellato i passaggi da una fase all’altra.
Come vi scrivevo in un post di qualche mese fa, ho preso di petto la situazione e ho messo tutto il mio impegno per non considerarla un limite. Ci sono stati esperimenti fallimentari – ad esempio non sono riuscita a ricreare una pizza decente e nemmeno somigliante a quella vera – e altri tentativi di successo, come gli gnocchi con la farina di riso, davvero deliziosi. Ormai Luca è un esperto panificatore e il pane senza glutine con i semi di finocchio non ha niente da invidiare all’originale. La nostra macchina del pane si chiama Cesarina ed è la nostra fida aiutante per sfornare pagnotte gustose.
Tra pochi giorni dovrei tentare un cauto ritorno introducendo una piccola quantità di glutine: ci credete che sono in ansia per i risultati e ho paura di fare un passo falso? La gluten sensitivity non se ne andrà e preferisco camminare lentamente.
Veniamo alla ricetta di oggi, frutto di vari rimaneggiamenti e ispirazioni. Ho adattato la versione delle crepes con il grano saraceno del corso di cucina naturale frequentato anni fa e mi sono ispirata anche alla ricetta sul sito della Galbani. In più, ho riempito le crepes con della borragine che avevo nel congelatore e soprattutto la meravigliosa ricotta senza lattosio di Welda del blog “Cioccolato e Liquirizia”
Sfido chiunque non sia intollerante a provare la ricetta e a dirmi se mangiando queste crepes si è sottoposto a un gran sacrificio…il sacrificio sarà pensare che le crepes sono terminate, e si dovrà aspettare il prossimo giro.
La primavera tarda ad arrivare e quasi mi piace attenderla lentamente, senza passare subito agli abiti leggeri, osservando più a lungo lo splendore dei fiori e delle foglie.
I sapori in cucina intanto si fanno più delicati.
Oggi vi propongo i crostini con pesto alle foglie di sedano e mandorle, un antipasto semplice, colorato e antispreco. Mi è venuta l’idea di utilizzare le belle foglie di un sedano verde destinato al brodo vegetale e ho creato un pesto ottimo sui crostini o per condire una pasta. Sono piccoli gesti gentili, per ricordarci che il cibo è prezioso anche se lo prepariamo con gli ingredienti più umili.
Vi ho parlato tante volte della gioia di avere un fazzoletto di terra in cui coltivare fiori, piccoli frutti selvatici ed erbe aromatiche.
L’erba amara, o erba San Pietro, o ancora balsamita, è una delle nostre piante fortunate – una delle prime che abbiamo messo a dimora e che da subito è cresciuta bella rigogliosa, resistente e forte.
Non l’avevo mai provata prima in cucina, anche se nella zona dell’Alto Mantovano, a Castel Goffredo, si tiene da anni la festa del Tortello Amaro, una pasta ripiena riconosciuta prodotto alimentare tradizionale dalla regione Lombardia. Diciamo sempre di andare e alla fine a giugno siamo pieni di impegni scolastici…ma prima o poi riusciremo ad andare alla festa e ad assaggiare i piatti a base di erba amara!
Nel frattempo ho sperimentato l’erba amara nei muffin al cioccolato e nella ricetta che vi presento oggi. Per i muffins si dovrà aspettare visto che non sono risultati molto fotogenici, i fagottini di pollo invece sono qui.
Dimenticavo – non fatevi spaventare dal nome…l’erba amara ha un meraviglioso sentore di menta che dà un tocco speciale alle pietanze.
Vi lascio anche il link della festa di Castel Goffredo con tutte le informazioni. Buon appetito e buona lettura!
Domani è Pasqua e sulle tavole imbandite regneranno i sapori freschi della primavera, a dire il vero ancora piuttosto incerta ma già visibile nei leggeri tocchi di rosa e di verde degli alberi.
Ho pensato ad un antipasto, i crostini con uovo mimosa, maionese vegana e asparagi verdi, che richiama la stagione in arrivo e aggiunge una bella pennellata di colore nel piatto.
Auguri a voi tutti, cari lettori di Casa Girasole!
C’era un tempo in cui da piccola non potevo soffrire gli asparagi. Non mi ricordo perché, ma il loro sapore non mi piaceva per niente e li mangiavo per forza, solitamente a Pasqua, facendomi pregare da genitori e nonni per assaggiarne almeno qualcuno. Per fortuna, ormai da anni ho fatto pace con questi bei germogli verdi e li cucino in tutti i modi. Lo sformato di asparagi con besciamella in verde è una proposta leggera ma sfiziosa per portare un po’ di primavera nel piatto.
Ingredienti per 4 persone
2 mazzetti di asparagi
200 g di prosciutto cotto tagliato non troppo sottile
besciamella senza latte
3 cucchiai di parmigiano
sale
Pulite gli asparagi eliminando la parte più dura dei gambi, lavateli con cura e tuffateli in acqua bollente salata. Preparate la besciamella senza latte con 500 ml di latte di soia e 3 cucchiai rasi di farina versata con un colino. A proposito…io ho usato farina di riso e la besciamella è risultata ugualmente buona.
Mescolate di continuo per evitare che si formino grumi, e non appena la besciamella comincia a rapprendersi, versate una generosa dose di noce moscata e un cucchiaio abbondante di parmigiano, aggiustando di sale.
Se volete un piatto dal bel colore verde, ecco un’idea in più! Frullate parte degli asparagi (circa 5 o 6) al minipimer con un goccio di latte e versate la crema nella besciamella.
Continuate in ogni caso a mescolare fino ad ottenere un composto morbido ma consistente.
Disponete gli asparagi in una pirofila rivestita di carta forno o nelle cocottine individuali.
Avvolgete ogni asparago con una fettina di prosciutto cotto e cospargete con la besciamella bianca o verde. Terminate la preparazione dello sformato di asparagi con un paio di cucchiai di parmigiano e fate gratinare in forno preriscaldato per circa venti minuti a 180°C.
Anche oggi pubblico un piatto colorato per sconfiggere il cielo grigio che sembra prepararsi alla pioggia, ma per ora si limita a muovere nuvole incerte.
Non è un hummus classico e ricorda solo da lontano la versione originale – però porta sulla tavola una tinta meravigliosa e un sapore insolito, cosa volere di più per stupire un po’?
PATATE AL FORNO CON HUMMUS DI RAPE ROSSE
(da una ricetta di “Sale e Pepe” – Marzo 2015)
Ingredienti per 4 persone
800 g di patate, peso senza la buccia
quattro, cinque rametti di rosmarino
sale, se possibile aromatizzato al rosmarino
due rape rosse
uno scalogno
250 g di yogurt di soia non dolce
due cucchiaini di aceto
olio evo
Sbucciate le patate, tagliatele a pezzi grossi e mettetele a bagno in una ciotola piena d’acqua per almeno trenta minuti: in questo modo toglierete l’amido e otterrete una miglior cottura.
Cuocete le rape a pezzi in acqua bollente, scolatele e frullatele al minipimer con lo yogurt, l’aceto, lo scalogno tritato finemente. Aggiustate di sale, condite con l’olio extravergine d’oliva e versate la crema in ciotoline individuali.
Togliete le patate dalla ciotola con l’acqua, asciugatele bene con un panno pulito e versatele in una pentola di acqua bollente. Fate bollire per dieci minuti e scolate.
Riscaldate il forno in anticipo. Preparate la leccarda con la carta da forno bagnata e strizzata, disponetevi sopra le patate e conditele con il sale aromatizzato al rosmarino, olio evo e i rametti di rosmarino (o se preferite gli aghi tritati). Girate bene le patate per amalgamare il trito aromatico e infornate a 180° per una mezz’ora, avendo cura di girare ogni tanto anche durante la cottura.
Le patate saranno pronte quando avranno preso un bel colore dorato. Devono risultare croccanti fuori e morbide dentro.
Servite le patate intingendole nell’hummus di rape rosse come se fosse una sorta di ketchup.
E’ iniziata ufficialmente la mia stagione preferita. Ho inaugurato con una passeggiata sul lago in cerca di luartis (ricordate i germogli di luppolo selvatico?) e di ortiche che saranno “materia di studio” per i prossimi esperimenti di cucina. Mi sono incantata mentre un vento leggero scompigliava il verde tenero delle foglie, e ho pensato che questo mondo avrebbe davvero bisogno di più bellezza…
LONZA CON SALSA ALL’ARANCIA
Ingredienti per 4 persone
lonza di maiale in un pezzo unico da circa 800 g
sei foglie di alloro
cinque rametti di rosmarino
aglio
olio evo
mezzo bicchiere di vino bianco
mezzo litro d’acqua
sale
il succo di due arance rosse
un cucchiaino di amido di mais
una tazzina di latte di soia
un cucchiaino di zucchero
Per preparare la lonza con la salsa all’arancia, cominciate asciugando bene la carne con un panno pulito e praticate alcuni piccoli tagli in orizzontale, nei quali posizionerete dei rametti di rosmarino.
Scaldate l’olio in una casseruola e soffriggetevi l’aglio, togliendolo non appena comincerà a imbiondire.
Rosolate la carne alle estremità e appena ha preso colore, abbassate la fiamma e aggiungete l’acqua. Lasciate consumare un po’ e versate anche il vino nella casseruola.
Cuocete la carne a fuoco dolce, coprendo la casseruola con un coperchio, per almeno trenta minuti. Salate solo verso la metà della cottura e girate la lonza di tanto in tanto. Il liquido prodotto dal condimento e dai succhi della carne dovrà ridursi e formare un gustoso sugo.
Mentre la lonza cuoce, preparate la salsa all’arancia.
Spremete due arance rosse e versate il succo in un pentolino. Sciogliete un cucchiaino di amido di mais in una tazzina di latte di soia e unitelo al succo delle arance. Aggiungete lo zucchero e mescolate bene finché la salsa non si sarà rappresa un po’.
Quando la lonza è pronta, toglietela dalla casseruola e ponetela su un tagliere per una decina di minuti a raffreddare, così sarà più facile affettarla.
Servite la lonza tiepida con la salsa d’arancia calda.
Gli anni passano e il blog cresce, si rinnova, va alla ricerca di nuove vie e sapori. Ripropongo una ricetta degli esordi, che aveva un’istantanea scattata con l’ingenuità dei primi passi, ma parlava già un poco di me e delle mie passioni. Confrontate oggi e ieri…
Grazie soprattutto a Luca che mi sta accompagnando in questo viaggio culinario (e non solo) ed è orgoglioso dei suoi progressi fotografici. Il blog non sarebbe lo stesso senza di lui.
POLPETTE DI BACCALÀ alle mandorle
Ingredienti per circa venti polpette
un filetto di baccalà di circa 700 g
un uovo
farina di riso o di altro tipo q.b. per impastare
50 g di mandorle tritate
un cucchiaio abbondante di maggiorana
tre rametti di rosmarino
un bicchiere di latte di soia
pane grattugiato per la panatura
un limone bio
olio evo
sale
riso rosso integrale Ermes (azienda agricola Riso Santa di Villanova Biellese) per accompagnare
Cominciate la preparazione delle polpette di baccalà sbollentando il pesce, che avrete lasciato a mollo per almeno un paio di giorni.
Tritate finemente la polpa del pesce cotto, eliminando le eventuali lische e la pelle.
Passate al minipimer con il latte.
Mescolate il composto di pesce, che risulterà morbido e corposo, con l’uovo, la maggiorana e la farina di riso. Non ho indicato la quantità precisa di farina perché quest’ultima sarà più o meno abbondante a seconda della consistenza raggiunta dal composto e del tipo di farina che utilizzate – io per esempio ho messo circa 100 g di farina di riso.
Regolate di sale.
Tritate le mandorle e pestatele al mortaio. Tritate anche due rametti di rosmarino.
Aggiungete al pesce le mandorle e il rosmarino.
Ricavate dal composto tante palline che modellerete con le mani.
Passate le palline nel pane grattugiato.
Spremete il limone, versate il succo in una ciotola ed emulsionate con l’olio extravergine d’oliva.
Scaldate una padella con un po’ d’olio, ponetevi le polpette impanate e fate cuocere a fuoco dolce, irrorando con l’emulsione di olio e limone. Mettete nella padella anche il rametto di rosmarino rimasto per rendere la ricetta ancora più profumata.
Noi abbiamo servito le polpette di baccalà accompagnate da riso rosso Ermes.